Viene così definita una prassi terapeutica esercitata da individui cosiddetti guaritori che, dotati di particolare costituzione bio-psichica, sotto impulsi ed esperienze soggettive spesso non codificabili, incontrano un evento o momento determinante che li fa consapevoli di poter diventare centri rice-trasmettitori di forze e di energie, e di poterle canalizzare a fine terapeutico.
Conosciuta da anni con il nome di Pranoterapia, da prana «forza vitale», la terapia bioradiante è una forma di medicina energetica naturale – che non solo apporta al paziente forze risanatrici e rivitalizzanti esattamente compatibili col sistema-uomo – ma tende spontaneamente ad attivare nell’individuo l’intrinseco potere di autoguarigione, vivo nelle profondità ma spesso sepolto e reso inattivo da accumuli di scorie eteriche e psichiche.
Uno dei precursori più illustri di questa terapia direttamente esercitata da un uomo verso un altro uomo – un tempo severamente osteggiata e ora consigliata anche da molti medici – fu Francesco Racanelli, che per poterla praticare senza essere perseguito per “abuso di arte medica” diventò medico a sua volta.
La stessa Patrizia Alberti, e la madre – a suo tempo nota guaritrice Carla Alberti – hanno segnato una traccia di storia in questo campo, non solo per il lavoro svolto sempre affiancato dalla medicina ufficiale – e in parte riportato su libri di medici, parapsicologi e su enciclopedie – ma soprattutto per aver raccolto negli anni un eccezionale archivio dei casi trattati e dei risultati ottenuti, ampiamente documentato da accertamenti clinici e osservazioni mediche.